giovedì 15 settembre 2016

Recensione: Ti darò il sole - Jandy Nelson

Ciao a tutti! Sono un po' triste... avevo rifiutato a luglio un voto, oggi ho dato l'esame e non è andata. Sono un po' giù, oggi pomeriggio mi do alla lettura e ai dolci, speriando di tirarmi un po' su. Vi lascio con una recensione di un romanzo molto bello, Ti darò il sole

TITOLO: Ti darò il sole
AUTORE: Jandy Nelson
COLLANA: Rizzoli
PREZZO (CARTACEO): 17,50
PREZZO (EBOOK): 8,99
TRAMA: Solo un paio d'ore dividono Noah da Jude, ma a guardarli non si direbbe nemmeno che sono fratelli: se Noah è la luna, solitaria e piena di incanto, Jude è il sole, sfrontata e a proprio agio con tutti. Eppure i due gemelli sono legatissimi, quasi avessero un’anima sola. A tredici anni, su insistenza dell’adorata madre stanno per iscriversi a una prestigiosa accademia d’arte. Tecnicamente è Noah ad avere il posto in tasca – è lui quello pieno di talento, il rivoluzionario, l’unico che nella testa ha un intero museo invisibile – e invece in un salto temporale di tre anni scopriamo che è Jude ad avercela fatta, ma anche che i due fratelli non si parlano più, che Noah ha smesso di dipingere, che si è normalizzato, e che Jude si è ritirata dal mondo che tanto le calzava a pennello. Cos’ha potuto scuotere il loro legame così nel profondo? In un racconto a due voci e a due tempi, Noah e Jude ci precipitano tra i segreti e le crepe che inevitabilmente si aprono affacciandosi all’età adulta, ma anche nelle coincidenze che li risospingono vicini, laddove, forse, il mondo può ancora essere ricucito.




Ti darò il sole è stato una vera sorpresa. Sarò che non avevo aspettative, ma non pensavo che questo mucchio di pagine- perché è questo che un romanzo fisicamente è- racchiudesse così tanta arte. Arte infatti è la parola chiave del romanzo, in tutte le sue forme: soprattutto pittura, e scultura. L'arte è il pilastro che regge la storia, o meglio le storie, perché questo romanzo è come se fosse composto da due libri in uno: dalla storia di Noah, a tredici anni e mezzo, e da quella di Jude, a sedici. Fino ai quattordici anni Noah e Jude, una coppia di gemelli, sono stati inseparabili  nonostante le differenze fra loro: tanto il primo è isolato e creativo, quanto la seconda è popolare e solare, tanto il primo assomiglia alla madre, esperta d'arte un tantino fuori dalle righe, quanto la seconda rispecchia il padre, un professore molto più con i piedi sulla terra.
D'improvviso una serie tragica di eventi cambia tutto: a sedici anni troviamo un Noah sempre più integrato tra i compagni, e dedito alle attività da ragazzi normali e una Jude asociale e eccentrica, interessata solo ad essere invisibile, che parla con il fantasma della nonna.
Cosa sarà successo?



Attorno ai gemelli si muovono interessanti personaggi secondari, dalla madre, Dianna, che il figlio definisce amorevolmente "un'extraterrestre", per il suo bizzarro modo di essere, a Brian, il vicino di casa, da Guillermo Garcia, che incarna la visione dell'artista bizzarro e problematico, a Oscar, l'inglese dal volto quasi cubista: il lavoro dell'autrice per creare questi personaggi originali e diversi dal solito è perfettamente riuscito, ed è uno dei grandi pregi del romanzo.



Per quanto riguarda la storia, in generale mi è piaciuta, e l'ho letta volentieri, perché curiosa di capire come si sarebbe evoluta la situazione, dato che l'autrice imbastisce attorno alla metamorfosi dei gemelli un piccolo mistero, seminando indizi qua e là, e tenendo sveglia l'attenzione dei lettori. Tuttavia ci sono due cose che non mi sono andate giù: la prima è l'assenza di capitoli, che ha reso più pesante un romanzo che avrebbe potuto essere godibile nella sua interezza. L'autrice ha diviso infatti il romanzo in due storie, Il museo invisibile, dedicata a Noah, e La storia della fortuna, su Jude, e le due parti si alternano fra loro; ma al loro interno non ci sono altre divisioni, e così si hanno anche quasi cento pagine di fila, senza alcuna pausa, e a me, che personalmente adoro i capitoli corti, ciò ha un po' turbato.
La seconda è il fatto che ho trovato la parte di Noah più lenta rispetto a quella di Jude, forse a causa dello stile dell'autrice, che è veramente particolare, con tutti i riferimenti all'arte, ma che nel caso di Noah diventa un po' ripetitivo e pesante da leggere. Infatti la scrittura di Jandy Nelson si distingue subito per originalità, ma se calca troppo la mano, tutte quelle espressioni artistiche e pittoresche, relative al modo alternativo, soprattutto di Noah, di vedere il mondo, finiscono per diventare un peso anziché un pregio.
Dunque la mia valutazione è di quattro stelline con un più: ho trovato Ti darò il sole un romanzo bellissimo ma con alcuni accorgimenti avrebbe potuto diventare perfetto! Ciò non toglie che Jandy Nelson mi abbia veramente colpito e che voglia, in futuro, recuperare l'altro suo romanzo, The sky is everywhere, finora edito solo in lingua inglese.

1 commento:

  1. Ciao! Ho letto questo libro qualche tempo fa ed è entrato subito a far parte dei miei libri preferiti *_*
    Ps mi sono iscritta ai tuoi lettori fissi :-)
    Lucia
    http://lamiacaoticalibreria.blogspot.it

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