venerdì 24 aprile 2015

Recensione: Verso l'Infinito - Jane Hawking

Buongiorno! Era da un po' che non pubblicavo una recensione e questo per un blog letterario è male! Oggi rimedio con un libro che mi è piaciucchiato... ma me lo ricordo come pesante!
Inoltre manco quest'anno non andrò  al salone del libro *lacrime* ma ho addocchiato un paio di iniziative vicino a casa frequentabili per maggio e giugno... speriamo bene. 

TITOLO: Verso l'infinito
AUTORE: Jane Hawking
COLLANA: Piemme Voci
PREZZO (RILEGATO): 8,50
PREZZO (EBOOK): 19,50
TRAMA: È il 1962 e Jane e Stephen frequentano l’università inglese di Cambridge. Lei è una ragazza vivace che palpita per i versi dei poeti spagnoli, lui un promettente studente di cosmologia, sempre perso nei suoi pensieri, alla ricerca di una spiegazione semplice e unica dell’universo. Eccentrico e bizzarro, così lo definisce Jane quando lo conosce. E le piace molto. Le loro vite scorrono separate, fino a che qualcosa non le avvicina indissolubilmente. Stephen ha solo ventun anni, l’età in cui l’immortalità è ancora l’unica ipotesi contemplata, quando riceve una diagnosi sconvolgente: una malattia degenerativa che gli lascia solo due anni di vita. È allora, con il destino alle calcagna, che i due si innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Con Jane al fianco, Stephen combatte instancabilmente contro la malattia e intanto si butta a capofitto a studiare ciò che a lui più manca: il tempo. Grazie all’amore e alla caparbietà, i due giovani strappano giorni all’eternità, uno dopo l’altro. Mentre il corpo di Stephen è imprigionato in limiti sempre più stringenti, la sua mente continua a espandersi, fino a forzare le frontiere della fisica. Insieme, si spingono più lontano di quanto avrebbero mai potuto immaginare. Forse, la formula che tiene insieme l’universo ha un solo elemento comune: l’amore.

Sarà difficile scrivere una recensione di questo romanzo perché durante la lettura ho provato sensazioni contrastanti. Mi è piaciuto? Tendenzialmente sì. Mi ha annoiato? In alcune parti sì. L'hai capito? Forse non sono in grado di comprendere a fondo certe parti.
Verso l'infinito (da non confondersi con La teoria del tutto, che è il titolo del film tratto dal romanzo) è la storia di Jane Hawking e dei suoi venticinque anni di matrimonio passati al fianco di Stephen Hawking uno dei più grandi fisici del nostro secolo, afflitto da una grave disabilità. L'autrice ripercorre la sua vita con minuzia di particolari, non soffermandosi solo sugli eventi principali, come il matrimonio, i grandi successi di Stephen o la nascita dei tre figli della coppia, ma anche su piccole cose, che agli occhi di un lettore esterno posso apparire quasi secondarie, ma importanti nella vita della coppia.
il romanzo inizia con il primo incontro di Jane e Stephen, quando lei era una studentessa appena diplomata, e lui un ancora sano studente di Oxford e si conclude con la fine di un legame durato quasi un quarto di secolo: nel mezzo, ci sono più di cinquecento pagine che trattano non solo della vita dei protagonisti, ma anche di fisica, letteratura spagnola medioevale, "home makeovers" e tanto altro...
Ed è proprio questo, a mio avviso, il principale pregio, e al tempo stesso il peggior difetto, del romanzo: la Hawking ha l'abitudine di approfondire ogni argomento di cui parla, distogliendo spesso l'attenzione del lettore da quello che è il punto principale del discorso, introducendo nozioni teoriche talvolta semplici, talvolta complesse e inducendo qualche volta alla noia. Infatti l'intento della Hawking non è solo quello di raccontare le sue memorie, ma anche di mantenere la propria identità intatta all'interno del racconto, evitando di finire schiacciata dall'ingombrante figura di Stephen, cosa che ha cercato di fare, tra mille difficoltà, anche nella vita.
Tuttavia, il romanzo risente di un'eccessiva pesantezza, dovuta soprattutto allo stile un po' prolisso che affligge soprattutto certe parti, che avrei volentieri saltato a piè pari. È qui infatti che insorge il secondo problema del romanzo: la paura di non aver capito quello che l'autrice vuole comunicare al lettore. Difatti, in certi capitoli, il tono usato da Jane mi sembrava eccessivamente lamentoso e, nonostante comprendessi la difficoltà della situazione, che veniva descritta schiettamente dalla Hawking e senza mezzi termini, mi sentivo un po' infastidita da ciò.
In seguito, riflettendoci sopra, ho pensato che l'autrice sentisse il bisogno di mettere su carta tutto quello che ha dovuto passare in anni difficili, passati al fianco di una figura controversa, il "genio disabile", come lei stessa lo definisce, che all'ottimismo e alla forza di volontà che lo distinguono, affianca un certo egoismo e una propensione alle luci della ribalta che spesso porta alla nascita di dissapori nella coppia. Dal punto di vista personale ammiro Jane, che è riuscita a sopportare situazioni veramente complicate, superando le difficoltà senza tirarsi troppo indietro, ma dal punto di vista letterario alcune sue riflessioni sono risultate ridondanti e un po' difficili da digerire.
Per quanto riguarda le altre persone che compaiono del romanzo, devo constatare che la Hawking ha citato un numero enorme di amici, scienziati, studenti che hanno avuto a che fare con loro nel corso degli anni. Da un lato mi è piaciuto che abbia citato nelle sue memorie tutte queste persone che sono intervenute nei suoi momenti di difficoltà, evitandole di mollare quando tutto sembrava perduto, ma da lettore ricordarsi e distinguere tutti quei nomi è una missione impossibile, e ogni volta che Jane citava un amico già apparso precedentemente, il mio pensiero più frequente era: "e questo da dove spunta?"
Per quello che riguarda la fisica, disciplina che interessa molto, ho apprezzato il fatto che, oltre a ricapitolare i successi scientifici di Stephen, dagli inizi alla ribalta internazionale, l'autrice abbia anche cercato di descrivere le scoperte scientifiche del marito, attraverso il suo sguardo di non appartenente al settore, coinvolgendo così il lettore nella fisica di Hawking senza tuttavia disorientarlo con termini troppo tecnici o concetti eccessivamente complessi.
In conclusione non si tratta di una lettura semplice, e neppure divertente, ma nonostante tutto non è un brutto libro, che permette al lettore di immergersi completamente nella normale vita di una coppia che normale non è. La mia valutazione si aggira dunque sulle tre stelline e mezzo, che non riguardano assolutamente la storia, ma sono rivolte all'aspetto meramente letterario del romanzo. 


  

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