venerdì 6 marzo 2015

Il giro del mondo in 80 libri #6: Messico

Hola! Recensione lunga lunga di una lettura scolastica in lingua spagnola. Che devo dire? Non ho mai amato le letture assegnate... al contrario di questa, che mi è rimasta nel cuore! 





TITOLO: Dolce come il cioccolato
AUTORE: Laura Esquivel
COLLANA: Garzanti Elefanti Bestsellers
PREZZO (RILEGATO): 9,99€
PREZZO (EBOOK): 6,99€
TRAMA: Fin dal loro primo incontro, poco più che adolescenti, Pedro e Tita vengono travolti da un sentimento più grande di loro. Purtroppo, a causa di un'assurda tradizione familiare, per Tita il matrimonio è impossibile: ma per umana volontà e con la complicità del destino, lei e Pedro si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto come cognati, costretti alla castità e tuttavia legati da una sensualità incandescente. Una storia d'amore in cui il cibo diventa metafora e strumento espressivo, rito e invenzione, promessa e godimento, veicolo di un'inedita comunione erotica.


Solitamente le letture scolastiche non sono un granché. Insomma, a volte i libri assegnati sono noiosi come non mai, talvolta invece è la lettura costretta in tempi determinati che toglie l'interesse del lettore, in altri casi ad impedire ai poveri studenti di godersi per intero il romanzo sono gli esercizi assegnati a fine lettura, o addirittura a fine capitolo. A me, per esempio, assegnavano sempre il riassunto di ogni singolo capitolo e la scheda di lettura una volta terminato il libro, in particolare i miei professori sembravano adorare i riassunti dei capitoli: ne ho un raccoglitore pieno...
In queste condizioni non è facile apprezzare completamente un romanzo, eppure con Dolce come il cioccolato, ovvero Como agua para chocolate nella versione originale, da me letta, è stato uno di quei romanzo del quale il lavoro in più era assolutamente irrilevante: sebbene dovetti scrivere un riassunto per ogni capitolo, fui interrogata sui contenuti  del libro, feci una verifica e lo inserii pure nella tesina, questo romanzo resta una delle più belle letture, scolastiche e non, che io ricordi.
Como agua para chocolate, scusate se utilizzo il titolo originale, ma avendolo letto in spagnolo preferisco usare questo per la recensione, è un romanzo particolare, può piacere e non piacere, ma, di certo, merita una lettura. I miei compagni lo definivano "una telenovela", invece, a mio parere, è una bella storia d'amore, con elementi culinari e magici, che ci immerge nelle atmosfere del Messico della Rivoluzione, all'inizio del secolo XX.
Tita de la Garza vive in un rancho, una sorta di fattoria (o di ranch, dipende dalla lingua che utilizzate) con la madre Elena e la due sorelle maggiori, Gertrudis (una persona moolto... libera! Il resto, lo scoprirete leggendo) e Rosaura.
Ella è nata prematuramente sul tavolo della cucina e, allevata dalla cuoca Nacha, sviluppa un incredibile sesto senso per l'arte culinaria, che viene evidenziato anche dalla particolarissima (e da me molto apprezzata) struttura del romanzo, che presenta dodici capitoli, ciascuno per ogni mese dell'anno, introdotti da una ricetta che viene preparata dalla protagonista. 
La storia inizia quando Tita si innamora, ricambiata, di Pedro, un giovane del suo villaggio. Dove sta il problema, direte voi? Tita è l'ultima figlia femmina della sua famiglia e, secondo le rigidissime usanze della sua famiglia, non può sposarsi, in quanto costretta a badare alla madre fino alla sua morte.
Chi ha deciso questa tradizione non è dato saperlo, anche se questa domanda è frequente tra gli interrogativi di Tita, ma ciò che è evidente è la forte difesa di queste usanze da parte di Mamma Elena, un personaggio che imparerete ad odiare con tutto il vostro cuore (o almeno questo è capitato a me). La storia va avanti, i personaggi vengono approfonditi e ne vengono introdotti di nuovi come l'adorabile, a detta delle mie compagne di classe (quindi potete consideralo un giudizio affidabile) Doctor Brown, la dolcezza fatta persona, che sì, vi farà tirare qualche accidente contro Pedro.
La narrazione infatti prosegue fra colpi di scena, che porteranno a continue rotture e conseguenti riavvicinamenti tra i vari protagonisti (tra gli innamorati, le sorelle, madre e figlia eccetera...) che vi terranno inchiodati alle pagine, e continui colpi di... magia.
Esatto!
Avete mai sentito parlare di realismo magico? Se ne parla soprattutto per le opere di Marquez e di Isabel Allende, ma l'utilizzo di questa tecnica può essere riscontrato anche in Dolce come il cioccolato (ed è proprio su questo punto che verteva una parte della mia tesina di maturità!)
Difatti, sebbene la narrazione sia piuttosto realistica, con tanto di descrizioni accurate di come viene gestita la vita in questo rancho di inizio '900, i cibi, preparati dalla protagonista, finiscono per avere degli "effetti collaterali" di natura inspiegabile, sovrannaturale, incomprensibili anche agli occhi degli stessi personaggi. Così, se la protagonista è particolarmente triste mentre prepara un piatto, questo, sugli assaggiatori ha degli effetti disastrosi, mentre se Tita risulta felice mentre cucina anche coloro che mangiano le sue pietanze mostreranno la loro contentezza! (Ah, se potessero succedere di queste cose anche durante Masterchef....)
Tuttavia Dolce come il cioccolato non è affatto un paranormal romance nel senso stretto del termine, anche perché, all'epoca della pubblicazione, più di vent'anni fa, il genere non era ancora definito come lo è ai giorni nostri. All'interno del libro la magia non la fa da padrona, con polverine fatate e bacchette magiche, al contrario essa appare di striscio, come un qualcosa in più che dona un carattere particolare alla storia senza stravolgerne in maniera eccessiva gli equilibri.
Inoltre questo elemento paranormale si lega in maniera inscindibile all'altro grande tema del romanzo, la cucina (ed, in particolare, la tradizione culinaria messicana): è infatti il cibo preparato da Tita il mezzo attraverso cui la straordinarietà della vicenda si manifesta sui personaggi, portando a situazioni insolite o comunque impreviste.
Insomma... Non c'è da stare tranquilli leggendo questo romanzo, tanto che, forse dovrei dare un pochino di ragione ai miei compagni, ma ha un po' della telenovela, certo in senso positivo (ovvero personaggi amabili e antagonisti odiosi, imprevedibilità degli eventi, colpi di scena) senza scadere però nel ripetitivo o banale (forse banale qualcosa c'era, non si può essere originali ad ogni pagina... Però il libro mi è piaciuto lo stesso moltissimo!).
Dolce come il cioccolato è stata una delle letture più coinvolgenti dell'anno scolastico, sicuramente! Ci ho lasciato un pezzettino di cuore nella lettura e, per questo, assegno al romanzo cinque stelline (parte il jingle celebrativo). Gliele avevo già assegnate nella recensione scolastica (in spagnolo) ma è inutile dire che, secondo me, non si merita niente di meno. Nonostante tutto ci tengo a ricordare che questa è una valutazione soggettiva: agli altri è piaciuto decisamente meno...




Ps: non so se avete riconosciuto il nome dell'autrice. Quando la nostra prof ce lo ha assegnato, la reazione mia e della classe intera è stata: "Ma non è quella del Mondo di Patty?!"  Invece no, non era lei. Si trattava solo di un curioso caso di omonimia. Quindi tranquilli, se avevate dei dubbi: è una vera scrittrice! (E pedagoga, scenografa, eccetera, eccetera... Si, ci è toccato studiare anche la vita!)

2 commenti:

  1. Ciao Sibil! Sono passata di qui grazie al Linky Party di Libri di Cristallo e sono contentissima di leggere questa tua recensione! Amo tanto la letteraura sudamericana e lessi questo romanzo durante l'erasmus in Spagna. Mi piacque tantissimo e ho sempre pensato di vedere anche il film, ma non l'ho ancora fatto eheheh!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io l'ho visto, in spagnolo tra l'altro, ma, come nella stragrande maggioranza dei casi, continuo a preferire il romanzo...

      Elimina